Dal nostro Journal

Un’insolita primavera in Val d’Algone

Dopo la sorprendente nevica di domenica 5 maggio quanto un'uniforme soffice coltre bianca ha cancellato per qualche giorno il timido verde primaverile... Madre Natura ha ripreso il suo corso, come se nulla fosse successo.

Nonostante tutto , i piccoli germogli si sono aperti, le foglie hanno continuato a colorare di un verde chiaro ma abbagliante le chiome degli alberi, rimaste spoglie per l'inverno... e nel sottobosco, ad un occhio curioso, non possono sfuggire i primi frutti che la terra quasi inaspettatamente offre ai suoi abitanti.

E' questo il momento ideale per cogliere alcune "primizie", tesori della natura, scoperte dalle generazioni passate che con l'esperienza sono riuscite a identificare le specie buone da quelle assolutamente da evitare.

In alcuni tratti delle Val Algone è facile imbattersi in piccole praterie di Aglio Orsino. E' facile riconoscerlo: un inconfondibile profumo di aglio si diffonde nell'aria. Volgendo lo sguardo a terra, eccole le foglie lucenti di bel verde scuro dell' aglio orsino Allium ursinum che è appunto una versione selvatica del comune aglio che tutti ben conosciamo.

E' una bulbosa spontanea perenne che cresce nei luoghi umidi e pare debba il suo nome perchè ritenuta il cibo preferito dagli orsi che la trovano tra le prime piante commestibili appena usciti dal letargo invernale.

Il suo uso è noto fin dai tempi antichi, soprattutto in cucina grazie alla sua indubbia versatilità e resa: con poche foglie (meglio se quelle appena spuntate) si prepara un ottimo pesto per condire la pasta, essiccato e poi polverizzato può essere aggiunto alla pasta fresca oppure molto più velocemente al sale da cucina per un profumatissimo condimento.

Attenzione, però essendo imparentato con il comune mughetto, non deve essere con questo confuso in quanto è tossico. Nel dubbio una strofinata sulle foglie... affidandosi all'olfatto.

Per i più esperti e pazienti è anche questo il momento della raccolta dei "sparis da mont", letteralmente "asparagi della montagna", anche se in realtà non appartengo a questa famiglia... ne ricordano solo la forma. L' Aruncus dioicus è infatti un germoglio bianco- rossastro che si trovane nei boschi fino ai 1500 metri e lo si raccoglie prima che le foglie si aprano. E' identificabile perchè di solito cresce vicino alla pianta dell'anno precedente (se non è stata raccolta) che forma uno stecco piuttosto alto con in cima una infiorescenza che seccandosi resiste anche d'inverno. In questo caso si usa consumare io "sparis" con le uova sode oppure chi è più volenteroso conservandoli in vasetti sott'oilo.

La scoperta di queste piccole meraviglie inaspettate offerte ad ogni stagione dalla Natura è sempre un'esperienza coinvolgente, Non è solo una camminata per trovare qualcosa da mangiare per sopravvivere come sicuramente hanno fatto gli antichi abitanti di queste valli ma è una ricerca più profonda. E' un rituale che si ripete da secoli che consolida il rapporto di reciproca amicizia e di rispetto dell'uomo con la montagna.

PS: Per la raccolta ai puri fini commestibili è assolutamente indispensabile affidarsi ad un esperto!

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